Neurologia

Disturbo della Memoria

DISTURBO DELLA MEMORIA

 

Esistono diversi tipi di memoria come la memoria di lavoro, a breve e a lungo termine, talora utilizzate in modo equivoco a seconda dei modelli sviluppati dalle diverse scuole di pensiero. La memoria di lavoro è strettamente connessa con l’attenzione e si utilizza, per esempio, quando si ripetono una serie di parole o sequenze numeriche non correlate. Viene chiamata “di lavoro” in quanto mantiene al suo interno informazioni fino a quando queste sono necessarie per compiere delle operazioni, dopo di che queste possono anche essere eliminate (per esempio quando si parcheggia la macchina è necessario mantenere l’informazione in memoria fino a quando la si va a riprendere. Una volta compiuta l’azione non è necessario ricordare in futuro dove era stata messa la macchina quel preciso giorno).

Un altro tipo di memoria è quella a breve termine: grazie a questa è possibile mantenere in memoria l’informazione in un lasso di tempo di alcuni secondi, dopo di che questa viene cancellata oppure si può sedimentare. L’ultimo tipo preso in esame è quella a lungo termine. Possiamo prendere in esame due situazioni: quando abbiamo delle conoscenze scisse dal loro contesto (per esempio dei concetti spiegati a scuola, di cui ricordiamo il contenuto, ma non la specifica situazione in cui li abbiamo imparati) parliamo di memoria semantica. Quando, invece, manteniamo in memoria l’intero episodio (quindi non solo il concetto, ma anche il contesto in cui si è verificato) parliamo di memoria episodica. Qualora questi contenuti si riferiscano a degli episodi della nostra vita personale si parla di memoria autobiografica (C. Papagno 2007, J.M. Noble 2016)

A parte va considerata la memoria procedurale ovvero la memoria che riguarda l’apprendimento di schemi motori programmati per compiere azioni o l’utilizzo degli oggetti.

TEORIA E MODELLI DELLA MEMORIA

La memoria è la capacità di immagazzinare informazioni alle quali attingere quando necessario. Fondamentalmente essa si compone di un processo di apprendimento e dal ricordo o memoria vera e propria. L’apprendimento è caratterizzato da una fase di codifica, che è l’elaborazione iniziale dell’informazione, un po’ come succede in una registrazione dove un microfono od una telecamera codifica i suoni ed immagini in un impulso elettrico od in un computer quando di sta creando un file.

Questa fase di codifica è strettamente connessa con stimoli verbali, acustici o visivi si configura come un registro sensoriale (memoria sensoriale) ( M.D. Lezak 1995). capace di trattenere lo stimolo per brevissimi istanti. Alla codifica segue una fase di consolidamento ed immagazzinamento, che permette una rappresentazione e stabilizzazione nel tempo della informazione. Esso ha una durata di alcuni secondi (30”-60”). Si potrebbe intendere questo processo come il salvataggio di un file in computer. Il consolidamento può essere favorito con la ripetizione o ripasso del processo. Ciò è facilmente intuibile ad esempio pe r ricordare un numero di telefono scomponendolo e ripetendolo a voce attraverso quello che si chiama ripasso articolatorio, che consente di ricodificare una sequenza visiva in un codice fonologico. Il magazzino può contenere quantità di informazioni limitate e pertanto ve ne è uno per i ricordi di breve durata (magazzino o memoria a breve termine MBT) ed uno più capiente e duraturo (magazzino o memoria a lungo termine MLT).

I processi di apprendimento possono essere “intenzionali” nel caso in cui un soggetto venga istruito appositamente (per esempio durante un test) a ricordare oppure “incidentali” se il soggetto non è stato preventivamente istruito come avviene quando ricordiamo la trama di un film o un avvenimento della nostra vita. (C. Papagno 2007) Al processo di apprendimento segue la fase di richiamo (ricordo) dei dati precedentemente archiviati. In questo modello detto modale o multi magazzino esistono in definitiva delle fasi di apprendimento in sequenza temporale dall’evento stimolo (verbale o visivo) determinate dalla durata del ricordo dallo stimolo stesso e che procedono in senso cronologico “verticale” (R.C. Atkinson e R.M. Shiffrin, 1968) Studi più recenti di A.D.Baddeley e G. Hitch (1974) concepiscono invece la memoria come un sistema dinamico “trasversale” multi dominio o multimodale (multitask) dove un sistema centrale attenzionale (Central Executive) coordina un sistema di memoria di breve durata per mantenere le informazioni uditive e verbali (Ciclo fonologico o Articulatory Loop) un sistema di rappresentazione spaziale (Taccuino Visuo-Spaziale o Visuo-Spartial Sketch Pad) ed un sistema di attivazione contemporanea di più dominii a capacità limitata (Buffer Episodico o Episodic Buffer) che integra le informazioni dei primi due sistemi e la memoria a lungo termine. Il complesso di questo modello multidimensionale viene anche detto memoria di lavoro MDL (o Working Memory). Il concetto di memoria di lavoro è di fatto intrinsecamente legato a quello di MBT, anche se spesso è erroneamente utilizzato come sinonimo; in realtà è più corretto dire invece che la MBT è una componente della MDL.
È importante inoltre sottolineare che la buona riuscita della sedimentazione del contenuto mnestico (la creazione del ricordo) è strettamente influenzata dal livello di attenzione: qualora anche il meccanismo mnemonico precedentemente illustrato funzionasse alla perfezione, ma il sistema attentivo fosse deficitario, il processo di creazione del ricordo ne sarebbe inficiato (A . Mazzucchi 2016).

I TEST DELLA MEMORIA

Come abbiamo precedentemente accennato ci sono diversi tipi di memoria che hanno diversi scopi. Per l’indagine di ciascuna di queste funzioni esistono dei test specifici.
Nella sua forma più semplice, il test della memoria prevede che un paziente ricordi diversi elementi nel contesto di un esame alcuni istanti o minuti dopo. Certamente, questo è un elemento importante del test della memoria ma è solo uno dei metodi per valutare la memoria tra molti. Idealmente, un test di somministrazione di una sequenza (span) crescente di numeri od una lista da tre a cinque parole bisillabiche non correlate, o una breve frase contestualmente correlata (nome e indirizzo di una persona immaginaria), fornita ad un paziente per la registrazione e il successivo richiamo, sono un metodo semplice e rapido ma riguardano essenzialmente l’ambito della cosiddetta memoria uditivo-verbale. Essa può anche essere testata attraverso la ripetizione e il richiamo di una storia semplice.

La memoria a breve termine visuo-spaziale può essere valutata ad esempio fornendo una tavoletta di legno con 9 cubetti incollati (Test di Corsi), dove l’esaminatore tocca in sequenza i cubi numerati dal lato dell’esaminatore ed il soggetto deve ripeterli nello stesso ordine. Un test esclusivamente per la memoria visiva è invece rappresentato dalla prova per matrici dove una sequenza delle scacchiere vengono somministrate al paziente con un numero progressivo di quadrati anneriti, che il paziente deve subito ripetere su una scacchiera vuota (C. Papagno 2007). La riproduzione differita della Figura di Rey verifica le capacità di apprendimento visuo-spaziale. Anche l’apprendimento del percorso di un labirinto o conducendo il paziente nel corridoio dell’ospedale con un esaminatore attraverso un percorso specifico, possono essere utilizzati come compito di memoria visuo-spaziale (C. Papagno 2007 ) (J.M. Noble 2016). Il test della memoria a lungo termine può essere affrontato utilizzando una serie standardizzata di domande che dovrebbero essere ben note all’individuo, come l’ordinamento sequenziale dei presidenti di uno stato recenti. Un anziano appassionato di sport può essere testato per la sua conoscenza dei recenti eventi sportivi importanti per lui o raccogliere eventi biografici che devono essere confermati da un familiare. Anche la raccolta di dati relativi notizie di cronaca recenti può essere utile.

Le cause più frequenti di deficit di memoria a breve termine uditivo-verbale sono rappresentate da lesioni vascolari, traumatiche o neoplasie a livello temporo-parietale e frontali a sinistra. L’ippocampo dell’emisfero dominante sembra implicato nella acquisizione e consolidamento ma non nell’immagazzinamento dei ricordi (C. Papagno 2007). Si ritiene che la memoria non verbale a breve termine sia localizzata nell’ippocampo non dominante o più tipicamente nella parte destra degli individui destrimani (J.M. Noble 2016). Lesioni vascolari temporo-parieto-occipitali a destra sono la causa più frequente di un deficit di memoria a breve termine visuo-spaziale.

La memoria a lungo termine episodica viene danneggiata in genere da lesioni, ippocampali, diencefaliche (nuclei anteriore e dorsolaterale del talamo ed i corpi mamillari) e fronto-basali. La memoria semantica da lesioni della parte laterale ed inferiore dei lobi temporali ed il polo temporale bilateralmente. Queste aree si danneggiano frequentemente in corso di encefalite erpetica, traumi o degenerano in corso di una demenza.
La memoria procedurale (detta anche implicita od esecutiva) riguardante il programma di azioni o l’uso degli oggetti risiede in alcune strutture profonde del cervello detti gangli della base come il nucleo striato dorsale (caudato e putamen). Il nucleo striato si trova in una posizione chiave dalla corteccia frontale e parietale ed inviando informazioni motorie al talamo ed alla aree corticali motorie nell’ambito del sistema extrapiramidale. In esperimenti sul ratto le registrazioni dallo striato hanno anche mostrato che la risposta neurale cambia quando l’animale apprende la procedura associata ad una ricompensa di cibo indicando anche una forma di apprendimento primordiale legata al rinforzo positivo mediata dalla dopamina (Bear MF; Barry WB; Paradiso MA 2007)
Diverse patologie di diversa eziologia possono danneggiare il corretto funzionamento della memoria, dalle demenze, ai traumi cranici, alle infezioni o la dipendenza da sostanze. In base al tipo di patologia e ad il tipo di memoria danneggiato è importante scegliere il test corretto per la sua indagine, in maniera tale da averne un quadro corretto.

BIBLIOGRAFIA:

-J.M. Noble: Merritt’s Neurology 13^ edition Cap 3 – Wolters Kluwer ed 2016.

-G.Vallar; C. Papagno: Manuale di Neuropsicologica – Cap 10 -2^ Ed. Il Mulino Manuali 2007

M.D.Lezak: Neuropsycological Assessement. 4th^, New York: Oxford University Press. 1995

RC Atkinson, RM Shiffrin – Human memory: A proposed system and its control processes – Psychology of learning and motivation, 1968

– R.C. Atkinson e R.M. Shiffrin, Human memory: A proposed system and its control processes, in K.W. Spence e J.T. Spence (a cura di), The Psychology of Learning and Motivation: Advances in Research and Theory, New York, Academic Press, 2, 1968, pp. 89-125

AD Baddeley, G Hitch: Psychology of learning and motivation, 1974 – Elsevier

Bear MF; Barry WB; Paradiso MA: Neuroscience – Exploring the brain – Third edition- Cap 24.
Ed Elsevier 2007

A.Mazzucchi: La riabilitazione neuropsicologica – Premesse teoriche ed applicazioni cliniche. 3^ Ed -Cap 11 – Masson

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