DISTURBO DELL’EQUILIBRIO DELL’ANZIANO
La sensazione dell’equilibrio dipende dalla integrazione centrale delle afferenze provenienti dal sistema visivo, vestibolare e somatosensoriale. Sebbene due terzi dei pazienti di età superiore di 65 anni lamentino disturbi dell’equilibrio o vertigini, una gran parte resta senza una diagnosi clinica. In questi casi è frequente che si tratti di una presbiastasia, una forma di vertigine legata all’invecchiamento delle strutture dedicate. La diagnosi è spesso una diagnosi di esclusione una volta indagate le cause più frequenti delle patologie dei sistemi correlati.
Tra le forme più riconosciute vanno considerate l’ipotensione ortostatica, le vertigini posturali benigne (per lo più dovute al deposito di cristalli di carbonato di calcio a livello dell’ampolla del canale semicircolare posteriore dell’orecchio interno), malattie vascolari a livello del tronco cerebrale (Sindrome di Wallemberg, infarto del ponte) o cerebellare, labirintiti o la Sindrome di Menière; il neurinoma del VIII nervo cranico; fenomeni traumatici od atrosici del rachide cervicale; patologie neurologiche infiammatorie di tipo autoimmunitario (sclerosi multipla, lupus eritematoso sistemico,…), paraneoplastiche (carcinoma ovarico, polmonare),degenerative (atassie cerebellari, parkinsonismo) (J.S. Atkins Jr 1995).
DISTURBO DELLA DEAMBULAZIONE E CADUTE DELL’ANZIANO
La deambulazione è un atto complesso che coinvolge sia l’equilibrio che la locomozione. Il mantenimento dell’equilibrio nella stazione eretta richiede l’intervento sia dei riflessi posturali anticipatori che dei riflessi di raddrizzamento per correggere l’eccessivo sbilanciamento del corpo. La locomozione comporta l’inizio della deambulazione mediante lo spostamento del centro di gravità ed il mantenimento dell’andatura attraverso una sequenza di movimenti automatici.
Il mantenimento della stabilità posturale e dell’equilibrio richiede integrità delle afferenze sensoriali della capacità di esecuzione degli atti motorii e della integrazione centrale di queste componenti. L’afferenza sensoriale più importante per l’equilibrio sembra essere quella che informa il soggetto sulla mobilità delle articolazioni tibo-tarsiche anche se di notevole importanza sono le afferenze di tipo visivo e vestibolari. Studi elettromiografici nell’anziano hanno dimostrato una disorganizzazione delle sinergie muscolari coinvolte nel mantenimento dell’equilibrio. L’anziano tende a muovere maggiormente la parte superiore del corpo e la testa per correggere gli sbilanciamenti. Anche l’equilibrio dinamico durante il movimento peggiora negli anni, percui l’anziano tende a compiere un numero di passi superiore e di ampiezza ridotta per riposizionare il baricentro entro la base di appoggio rispetto ai soggetti più giovani. L’atteggiamento in flessione del tronco consente abbassare il baricentro utile sia in condizioni statiche che dinamiche. La presenza di alterazioni delle sensibilità profonde soprattutto vibroestesica può favorire invece un’andatura più a base allagata (Atassia Sensitiva). Quest’ultima può aversi anche per lesioni del cervelletto od atrofia della corteccia cerebellare o corticale frontale (Atassia Cerebellare-Atassia Frontale).
Le cadute possono insorgere sia per problemi sistemici come le malattie cardiovascolari (aritmie), ipotensione ortostatica, ipotiroidismo, insufficienza epatica e renale, farmaci sedativi; malattie neurologiche (Parkinson e Parkinsonismi, esiti di Ictus, neuropatie periferiche). Il senso di incertezza nel camminare su superfici irregolari suggerisce una diminuzione della sensibilità propriocettiva o una debolezza delle caviglie mentre una insicurezza nel girarsi implica un parkinsonismo, emiparesi o deficit sensoriali multipli.
L’utilizzo di apparecchiature che misurano la postura e l’equilibrio, come speciali piattaforme per quantificare gli sbilanciamenti posturali, possono predire la possibilità di cadute.
Il trattamento dei disturbi della deambulazione e del cammino si avvale di esercizi per potenziare la riserva cardiovascolare, riabilitazione della marcia e del controllo posturale mediante fisiochinesiterapia, adottare provvedimenti ambientali per ridurre il rischio di caduta ad esempio pavimento sgombro da tappeti, tavolini od altri oggetti lungo i percorsi più comuni, posizionamento di luci notturne, sbarre d’appoggio nelle stanze da bagno, sedili rialzati per toilette, sedili nelle docce, eliminare chiusure della porte dall’interno, riparare le crepe di superfici lastricate, o foglie nei vialetti; eliminazione di rotelle da sedie o poltrone; indossare pantofole chiuse posteriormente e scarpe comode con modesto tacco rialzato per evitare la retropulsione o piatte per evitare l’anteropulsione; uso di bastone con una flessione del gomito non superiore a 15°, uso di deambulatore.
Pazienti con problemi visivi correggibili (es cataratta) dovrebbero sottoporsi ad intervento ovvero pazienti con disordini vestibolari sottoporsi ad esercizi di adattamento. I pazienti con ipotensione ortostatica trovano giovamento dalla rimodulazione della terapia antiipertensiva bere molto, impiego di calze graduate anti embolo, evitare improvvisi cambi di posizione; alzare la testata del letto fino ad assumere farmaci che aumentano transitoriamente la pressione arteriosa come la midodrina. (L. Barclay; L.Wolfson Jr 1995).
BIBLIOGRAFIA:
J.S. Atkins Jr; Neurologia Geriatrica – Barclay L. Cap 24 – Ed Mc Graw Hill 1995
L. Barclay; L.Wolfson Jr; Neurologia Geriatrica – Barclay L. Cap 16 – Ed Mc Graw Hill 1995